CASTELLO DI RIVARA
L’opera ruota attorno al concetto di memoria intesa come rievocazione proustiana, un’analisi all’interno della matrice del pensiero ove riaffiorano ricordi sopiti e mancanze lancinanti, le quali scendendo a patti con i segni e simboli creativi, vengono investite di nuovi significati. Ed è proprio questa nuova significazione a frantumare la forma classica di narrazione per gettarsi in una ricerca perfetta dove i dettagli del passato divengono storie con nuovi centri e nuovi luoghi pulsanti. La madeleine è quindi mutata in margherita, elemento floreale che l’artista raccoglie ove i suoi cari riposano, struttura naturale perfetta che viene raffigurata attraverso molteplici media e si espande sulle superfici sotto forma di caos calmo. Un ricordo investito di nuova luce che si trasforma in evocazione, mitopoiesi personale che si apre ad una costante rielaborazione del proprio segno alchemico, in questo caso l’elemento floreale, che sottende ad un processo di costruzione e distruzione della memoria e del dolore. Ogni superfice si trasforma in campo di confronto tattile dove anche le gerarchie visive si appoggiano a nuovi sistemi di stratificazione ed espansione che attraggono lo spettatore e si avvicinano ad un sentire universale e viscerale che trattiene al suo interno un elemento scultoreo ben determinato. Una decisione creativa che Daniela Perego porta a compimento attraverso la scelta di materiali che fanno parte della storia di una cultura radicata nel passato che si getta prepotentemente nelle vicende di vita futura con rinnovate energie emotive.
Micol di Veroli